Educhiamo all'ambiente, l'intervista

Educhiamo all’ambiente.

La scelta del corso di laurea richiede consapevolezza e conoscenze sia sulle proprie attitudini che sul’offerta formativa universitaria ben collegata a precise figure professionali.

Tra i fattori principali di contrasto alla disoccupazione e alla dispersione accademica, risulta proprio la correlazione tra studi e professione specifica. Un interesse generico e approssimativo verso una carriera accademica non prepara il terreno ad un successo professionale.

Vediamo in questa sede la professione di dottore agronomo ed educatore ambientale. Due professionalità affini che presentano competenze e requisiti in linea con le esigenze e necessità di una società sostenibile. Ne parliamo con Emanuele Cabini, giovane professionista che ha coniugato interessi e studio per costruirsi il proprio progetto di vita.

Come è avvenuta la scelta verso gli studi in agraria, hai sempre desiderato di intraprendere questo percorso?

Fin da piccolo desideravo entrare nel Corpo Forestale dello Stato, anche se nativo di un comune agricolo della pianura. Il mio innato amore per la montagna, mi portò a scegliere, il diploma di agrotecnico e successivamente il corso di laurea triennale in “Valorizzazione e tutela del territorio e ambiente montano” a Edolo (BS) sede distaccata della facoltà di Agraria di Milano.

Mi piaceva l’idea di trasferirmi per studio in una valle alpina; forse un limite delle principali facoltà forestali è che spesso hanno sede in città.

Quali sono secondo te, i punti di forza e di debolezza di questo percorso formativo?

Le facoltà di agraria hanno una forte componente legata alla ricerca scientifica, paragonabile alle facoltà ingegneristiche, che permette una solida formazione di base e che apre la strada anche ai vari settori collaterali, da quello ambientale, economico a quello alimentare, aumentando così anche lo spettro delle possibilità occupazionali.

Durante il percorso formativo si affrontano numerosi temi che permettono di chiarirsi le idee e capire su cosa poi specializzarsi.

Il punto debole è che spesso lo studente delle superiori che deve scegliere, non ha ben chiaro cosa offrano i corsi di laurea, troppo spesso associati al mondo agricolo tradizionale, invece che ad un avanzato polo tecnologico e d’innovazione.

Ci puoi descrivere in breve il tuo percorso professionale?

La flessibilità del lavoro, al confine, come in molti settori, con la precarietà, mi ha portato alla libera professione, così da svolgere attività di consulenza e garantirmi un reddito.

Ho iniziato nel 2006 al 2° anno di università a lavorare come collaboratore per un parco della Regione Lombardia, dove ancora oggi collaboro come guida ambientale escursionistica, accompagnando circa 3000 studenti l’anno.

Nel 2009, dopo la laurea specialistica in Scienze Agroambientali, con una tesi sul cambiamento climatico nel Parco Nazionale dell’Everest (Nepal) in collaborazione con il CNR, ho sostenuto l’esame di Stato per dottore agronomo e ho aperto un’attività autonoma di consulenza.

Nel 2010 parallelamente alla conclusione di un master in “Sviluppo Umano e ambiente” (ASA Brescia – Unicatt) ho iniziato a collaborare con la testata ALP Magazine, rivista nazionale specializzata in montagna.

Attualmente ti occupi di educazione ambientale nelle scuole. Che valore ha questo tipo di formazione a livello sociale, come reagiscono i ragazzi a questo tipo di insegnamento?

Si tratta di un’azione assolutamente necessaria per cambiare gli stili di vita degli italiani e avvicinarsi a comportamenti più sostenibili. I bambini reagiscono sempre molto meglio degli adulti alla formazione.

In Italia l’educazione alla sostenibilità dovrebbe diventare una materia obbligatoria nella scuola. In Lombardia, per fortuna c’è almeno il “Sistema Parchi” che la offre gratuitamente alle scuole.

Che cosa ti sentiresti di dire a un giovane diplomato interessato ad iscriversi a uno dei corsi di laurea che offre il dipartimento di agraria?

Probabilmente finiti gli studi andrai a fare qualcosa, che al momento non ti aspetti, l’importante è seguire, se possibile, sempre le tue proprie passioni.

Attualmente Emanuele Cabini, è presidente della commissione di Offanego Sostenibile, spazio che il comune di Offanego (provincia di Cremona) ha deputato allo sviluppo sostenibile, gestito direttamente dalla Commissione Comunale Ambiente e Territorio, delegata dal sindaco.

Per chi desidera in-formarsi sui temi di sostenbilità ambientale, vi segnaliamo oltre al sito di emanuele cabini,  il quotidiano rinnovabili.it ed il blog “Villaggio dell’Alternativa“.